di Plato
Il fumetto siciliano ha molti ottimi Disegnatori con la D maiuscola e possiamo onorarci di avervene presentati tra i più promettenti del panorama Catanese.
Oggi abbiamo il piacere di avere ospite della nostra rubrica una tra le punte di diamante tra i "disegnatori" del nostro territorio; un disegnatore che molti c'invidiano e che sicuramente avrà modo molto presto di far parlare di se. Ospite delle interviste di F3 oggi è: Salvo Coniglione.
Prima di cominciare con le domande, però, gustatevi una serie di piccoli gioiellini di questo straordinario Disegnatore ed Autore Catanese.
Ciao Salvo. Sicuramente
molti sanno chi sei, ma noi siamo qui per informare quelli che ancora non lo
sanno. Cominciamo ad informare che tu sei il vincitore del contest Cover
reloaded 2013; evento organizzato da Marco Grasso con la collaborazione
straordinaria dell’etnacomics e l’artistica. Prima di raccontare di te,
comincia a dirci le tue impressioni sull’evento e sopratutto su questa vittoria
meritatissima.
L’evento Etnacomics è ormai rilevante
non soltanto a livello regionale. La cura degli organizzatori ha fatto si che,
nel giro di pochi anni, questa fiera sia diventata una delle più belle e
complete a livello nazionale. Un appuntamento annuale da non perdere, per
l’artista, l’appassionato o per il semplice curioso. Sono davvero felice ed
onorato di avere vinto il contest “Cover Reloaded”, sia perché ho avuto
l’occasione di lavorare ad un personaggio a me caro, Dylan Dog, sia perché in
gara eravamo davvero in tanti, circa 160 se non erro. Tante copertine erano
davvero belle e la competizione è stata ardua!
Andiamo a definire invece
chi è Salvo Coniglione; come ti definiresti?
Come molti altri cerco di emergere in
questo mondo fatto di nuvole parlanti, mi ritengo una persona tenace e curiosa.
La curiosità non deve mancare mai a chi ha questa passione, ti da la forza che
ti spinge a sperimentare continuamente, a misurarti con i tuoi limiti e a
cercare di carpire i segreti dei grandi maestri. A mio avviso bisogna essere
sempre curiosi come bambini.
Sappiamo che prediligi
l’illustrazione, sebbene tu sia anche un ottimo fumettista; cosa cerchi di
comunicare di solito nelle cose che fai?
In genere cerco di comunicare i miei
stati d’animo. Credo che ogni artista, con le sue opere, rappresenti un pò se
stesso. Faccio un esempio lapidale, Caravaggio è noto per i suoi giochi di luci
ed ombre, tutti sanno che era una persona abbastanza irrequieta, una persona
fatta appunto di luci ed ombre. Con i miei disegni vorrei riprodurre atmosfere
ed evocare sensazioni. Il più delle volte non ci riesco, ma ci si provo lo
stesso è l’unico modo per cercare di migliorarmi continuamente.
La tua biografia in poche
righe?
Nasco a Catania il 7 aprile 1975. Dopo
il diploma conseguito presso l’Istituto D’Arte di Catania muovo i primi passi
come disegnatore. Nel 2008 ho pubblicato una storia per il volume due di
“Professor Rantolo”. Nel 2010 ho pubblicato una storia per un volume
monografico “El Brujo Grand Hotel” di cui ho curato anche il progetto grafico e
l’impaginazione. Nel 2011 ho vinto il concorso “Wannabe Cartoonist” della prima
edizione di Etnacomics e la storia è stata pubblicata sulla rivista “Fumetti al
Cubo”. Nel 2013 ho vinto il concorso “Cover Reloaded” della terza edizione di
Etnacomics con un restyling della copertina de “L’alba dei morti viventi”,
numero 1 del fumetto Dylan Dog. Sempre in occasione di Etnacomics 2013 ho
realizzato un omaggio al maestro Sergio
Toppi esposto alla mostra “Sergio Toppi - L’incanto del Segno” presso il centro
fieristico “Le Ciminiere” di Catania. Prossimamente alcune mie opere saranno
esposte alla CArt Gallery di Roma.
Dove è possibile seguirti o
guardare le tue opere; sul web hai un sito?
Domanda da un milione: Che
cos’è per te l’ispirazione?
Una cosa molto rara. E’ quello stato
dell’anima che ti porta a creare qualcosa dal nulla. Senza ispirazione non
esisterebbe la fantasia.
Sapresti definire il fumetto oggi? Quanti modi di farlo conosci?
Trovo appropriata la definizione che
Hugo Pratt ha dato di “fumetto” e cioè “letteratura disegnata”, non bisogna aggiungere
altro! Personalmente, da un punto di vista tecnico, seguo due vie per
realizzare i miei fumetti. Quella tradizionale (carta, matita, inchiostro etc.)
e quella digitale (computer e tavoletta grafica). Spesso mi piace combinare le
due tecniche.
A quale mondo fumettistico
ti senti di appartenere e sopratutto, dammi qualche nome di testata italiana o
estera dove ameresti lavorare?
Amo il fumetto italiano in genere, sicuramente
mi piacerebbe disegnare Dylan Dog ma anche The Walking Dead, Dampyr, Il Punitore,
Hellboy. In genere mi piacciono molto le ambientazioni Dark.
Da dove hai cominciato ad
appassionarti alla settima arte e secondo te dove è diretta?
La mia passione è nata da bambino con
Topolino, poi ho scoperto Alan ford e Dylan Dog, quest’ultimo mi ha
conquistato. Mi si è aperto un nuovo mondo ed ho iniziato a scoprire autori che
ancora oggi guardo con la stessa ammirazione di quando ero un ragazzino. Ho
anche la fortuna di avere un cugino che è un grande appassionato di fumetto,
che mi ha insegnato ad apprezzare autori del calibro di Corben, Liberatore e
Magnus. In questo preciso momento storico non saprei dirti dove sia diretto il
fumetto. Alcuni dicono che la carta stampata sia destinata a scomparire a
favore dei tablet, altri che l’interesse nei confronti delle nuvole parlanti si
sia spostato sui videogames. Io rimango un nostalgico della carta, adoro
toccarla e sentire l’odore dell’inchiostro stampato.
Tre idee/storie/personaggi
che ti piacerebbe fossero venute a te.
Sicuramente “The walking dead”. Ogni
volta che ho incontrato uno sceneggiatore gli ho detto “…secondo me una serie sugli
zombie potrebbe andar bene…”, naturalmente nessuno mi ha dato retta, ed io non
sono per niente bravo a scrivere. “Hellboy” grande personaggio e grandi
disegni, Mike Mignola è un fuoriclasse quindi onore al merito. “Dylan Dog”, vorrei
avere la macchina del tempo per tornare indietro e convincere Sclavi a vendermi
la sua idea!
Com’è oggi la realtà del
fumetto Catanese? Riusciresti a definire quello del mondo fumettistico
nazionale?
Catania in questi ultimi anni si sta
dando una mossa! Sono nati validi gruppi di disegnatori, sceneggiatori e scuole
di fumetto. Sono sicuro che si sentirà presto parlare di loro, speriamo non si
facciano abbattere dalle logiche di mercato e dai cattivi consiglieri. Ho molta
fiducia nella mia città e nei catanesi! Un problema oggi sono le case editrici,
dovrebbero sempre dare il giusto valore, anche economico, a chi si dedica con
passione a questo tipo di produzione artistica. In Italia una bella realtà è
quella Bonelli. In America o in Francia esistono nella maggior parte dei casi,
rapporti equi tra artisti e case editrici, ma il mercato è davvero molto
esigente!
Cosa deve avere per te una storia per essere avvincente? Pensi sia
il disegno ad essere importante al successo di un’opera o viene solo dopo la
storia.
La
formula magica è: ottimi disegni per un’ ottima storia. Io però per “deformazione
professionale” guardo sempre i disegni, se mi piacciono leggo la storia, chissà
quante storie interessanti mi sono perso! Ad ogni modo, personalmente una
storia per essere avvincente deve avere un eroe, una location accattivante e,
molto importante, la nemesi dell’eroe. Un cattivone che debba risultare ancora
più carismatico dell’eroe stesso, insomma i canoni classici dell’avventura, se
poi ci mettiamo anche la bella di turno il gioco è fatto!
Da dove giudichi la bellezza di un opera fumettistica?
Un’
ottima opera la giudico dalla forza del segno, dalle sensazioni che mi provoca,
da ciò che mi trasmette. Devo arrivare a pensare “come avrei voluto disegnarla
io questa storia!”.
Un fumettista deve reinventare ogni giorno il suo tratto o basta
definire uno stile iniziale e solidificarsi ?
La
crescità e l‘evoluzione del segno è fondamentale in un fumettista, guai a
fermarsi, l’artista non deve mai essere soddisfatto e non sentirsi mai “arrivato”.
Bisogna cercare sempre di andare oltre i propri limiti.
Nota dolente. Qual è la tua opinione sulle iniziative fumettistiche
nazionali e locali? Di cosa ha bisogno il mondo fumettistico italiano che
ancora non ha? C’è spazio per altro fumetto italiano o trovi che il mercato sia
ormai saturo?
A
volte ho la sensazione che si pubblichino delle storie tanto perchè “deve
uscire il prossimo numero”, questo non fa bene a nessuno! Forse qualcosa sta
cambiando ma è ancora presto per dirlo, staremo a vedere. A livello locale ammiro molto il lavoro svolto da “Fumetti
al cubo” e dal loro direttore il Maestro Angelo Pavone. Trovo che la loro
rivista sia un oasi in un deserto di ovvietà. Naturalmente non posso non citare
Marco grasso, Silvia di Mauro e Giuseppe Reina, senza di loro la città di
Catania non avrebbe potuto godere di una mostra su Sergio Toppi davvero
strepitosa.
Chi è secondo te oggi un’acquirente di fumetti?
Un
nostalgico ed un amante dell’arte in genere, ma anche un sognatore, ed oggi,
più che mai, abbiamo bisogno di sognare!
Nel tuo stile si notano tante belle contaminazioni artistiche; ti
piacerebbe darci qualche autori a cui ti sei ispirato?
Io
mi ritengo una spugna. Osservo con interesse molti autori e da ognuno cerco di
trarre una lezione, di anatomia, di gestione delle luci e delle ombre, di
sintesi. Posso citare Alex Toth, Alberto Breccia, Jorge Zaffino, Magnus, Tanino
Liberatore, John Buscema passando ai più attuali Maurizio di Vincenzo, Luigi
Siniscalchi, Marco Soldi, Angelo Stano, Claudio Villa, Massimo Carnevale,
Pietro Dall’Agnol e tanti altri.
Su cosa preferisci lavorare di solito?
Su
storie Horror, trovo che per me siano molto stimolanti!
hobbyes?
A
parte fare il marito? Leggere e, quando è possibile, viaggiare.
Se dovessi consigliare delle opere fondamentali per una buona
cultura fumettistica, quali di questi consiglieresti ai tuoi lettori?
Senza
dubbio le opere di Pratt, Toppi,
Battaglia, De luca, Carnevale, Toth, Corben,
Liberatore, Magnus e Moebius.
Per finire parlaci della tua esperienza con il gruppo di fumetti al
cubo?
Ho
solo il rimpianto di non aver conosciuto il gruppo molto tempo prima. Tutti i
ragazzi sono F A N T A S T I C I con un insegnante/direttore davvero unico, il
maestro Angelo Pavone, un carissimo amico, che non solo sa il fatto suo come
artista, ma che riesce anche a spiegare tecniche e fondamenti di anatomia in maniera
semplice ed intuitiva e non è da tutti saper insegnare!
Cosa manca alla Sicilia per diventare un luogo dove la cultura del
fumetto vada oltre le fiere, sviluppando anche un amore comune per le opere ed
i suoi autori locali?
I
cervelli ci sono e la forza lavoro non manca. Credo che i comuni debbano
promuovere artisti ed eventi, mettendo a disposizione spazi espositivi gratuiti
e provvedere a delle adeguate campagne pubblicitarie. Non ha senso che alle
mostre ci vadano solo gli addetti ai lavori, rischiamo di diventare gruppo
chiuso. L’arte è cultura e comunicazione in ogni sua forma, bisogna impegnarsi
per rendere largamente fruibili tutti gli eventi artistici.