di Donatella Branciforti
Mentre sfogliavo le pagine di Odio, Amore, Apatia ho più di
una volta pensato di avere tra le mani un libro geniale. Odio, Amore, Apatia non è infatti un comune libro di illustrazioni,
ma è qualcosa di molto più complesso e sottile. Le due caratteristiche dell’opera
che più mi hanno colpito sono l’idea stessa di organizzare i disegni,
particolarissimi, secondo una struttura tripartita e ciclica (l’ultima
illustrazione prelude al reiterarsi di un nuovo ciclo di odio, amore, apatia) e
il modo in cui l’autore intitola le illustrazioni, al centro delle quali
troviamo sempre gli animali. Che una gallina che cova un uovo (a sua volta la
testa di una creatura grottesca) possa costituire il “preludio all’odio”, o che
un volto sofferente in una testa dalla chioma irta (in realtà un groviglio di
pennuti) possa rappresentare delle “memorie d’amore”, non mi sembrano cose da
poco. A volte i titoli sono dei veri e propri giochi di parole (nella prima
sezione, per esempio, l’autore gioca con le lettere che formano la parola “odio”);
altre volte ci imbattiamo in piccoli componimenti poetici (i miei preferiti);
talvolta, invece, l’autore ci offre qualche esempio di rima. In qualche caso le
illustrazioni sono collegate fra loro, come quelle in cui compare un
particolarissimo strumento musicale. Si potrebbe continuare, ma preferisco non
togliere il piacere della sorpresa a chi avrà la buona idea di “ammirare”
questo autentico gioiellino.
32 pagine, illustrazioni
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