giovedì 18 dicembre 2014

La Primamagia di Silvio Grasso



LA copertina di Silvio Grasso per il primo capitolo di La Primamagia



FQ: Ciao Silvio. Parlaci liberamente di questa bellissima Graphic novel oggi finalmente edita e distribuita dalla Algra editore. 

Silvio Grasso: La primamagia è un racconto fantasy.  Magari non il più classico dei fantasy dato che non ci sono né elfi né orchi o nani.  Ma c’è la magia, e anche qualche drago, che male non fanno mai. Magia che ho voluto mettere come rappresentazione di uno scontro di forze, poiché qui si contrappongono due tipologie di magia: la “primamagia” appunto, che da il titolo al fumetto, e che è  la forma più pura e incontaminata di magia ; e la magia delle pergamene creata dall’ uomo allo scopo di difendersi dalle forze sovrastanti della natura, e che, per  questo,  opera per contrastare e dominare la prima.  Lo scontro di queste due magie vuole in verità rappresentare  un  tema più assoluto. Quello della lotta tra industria e natura, un tema che sicuramente è già stato trattato da autori ben più famosi e bravi di me. Io lo ho solo celato dietro la facciata della magia mettendo in contrapposizione  maghi e stregoni.  dove i maghi;  che sono al comando del paese,  cercano di dominare un mondo regolato  dalla primamagia che gli stregoni, i quali vivono nascondendosi e agendo dall’ombra, invece riescono a padroneggiare.



FQ:  Parlaci un po dei suoi protagonisti.

Silvio Grasso:  Su questo sfondo si muove il protagonista, Andor, un giovane mago. Convinto della legittimità dell’operato dei maghi, e a cui è stato ordinato di catturare un pericoloso stregone.  Ma sarà proprio l’incontro con questo stregone a far sorgere il dubbio al nostro protagonista. Su questa premessa si snoda la vicenda. Infatti, più che un viaggio fisico, Andor intraprenderà un viaggio mentale.  tra presente e passato.  Alla ricerca della verità sulla natura della magia; dovendo scegliere  tra pergamene e primamagia;  per capire chi tra maghi e stregoni sia nel giusto. E per fare ciò si troverà a scontrarsi con la rigidità e la severità dell’ordine costituito dai maghi.


FQ:  Da dove è nata l'idea del soggetto?

Silvio Grasso:   L’idea di scrivere questa storia è nata quando, dovendo realizzare un breve racconto per la rivista Fumetti al cubo e  avevo a disposizione solo sei tavole,  pensai di fare qualcosa alla stars wars. dove la forza si contrapponeva al lato oscuro.  e mi piaceva l’idea che il lato buono non fosse in realtà poi tanto buono.  Cosi,  cambiando ambientazione e sostituendo i jedi con i maghi e i sith con gli stregoni, ho imbastito uno scontro, più verbale che fisico tra i due personaggi (il protagonista viene immobilizzato subito e costretto a sentire le ragioni dello stregone, ricordate che avevo solo sei tavole a disposizione).  Da lì poi a poco a poco ho ampliato l’idea per sviluppare la vicenda  e farne un racconto più ampio e alla fine tirarne fuori la monografia.



       FQ: Cosa ti ha inspirato per il design dell'ambientazione e dei personaggi principali?

       Silvio Grasso:    Per quanto riguarda lo stile architettonico e il gusto estetico che ho adottato. Beh mi sono comunque mosso sulla necessità di raccontare un mondo fantasy abbastanza classico. Anche se ho utilizzato molto materiale fotografico. Ho raccolto immagini di varie architetture  gotiche e barocche e qualcosa pure di classico e rinascimentale.  Anche se poi ho utilizzato solo alcuni particolari, estrapolando un po’ qua e un po’ là. E spesso miscelando parecchio.  Dove ho maggiormente posto l’attenzione è sicuramente la torre dei maghi. Questa struttura svetta su tutta la città, è visibile da grandi distanze, ed è un elemento molto importante nella vicenda. È il nido di tutti i segreti dei maghi, la fonte del loro potere. Da lì governano su tutto il regno. Perciò volevo ottenere qualcosa che risultasse unica e fortemente riconoscibile. Non volevo correre il rischio che risultasse la classica torre delle fiabe, che i lettori guardandola potessero dire: “vabbeh è la torre del signore degli anelli” o più banalmente la torre di Pisa. Perciò ci ho lavorato molto e ho cercato una forma particolare. Spero di esserci riuscito.



D.Bruno



















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