Ascensori spaziali, energia dalla fusione, stop all'invecchiamento e
macchine intelligenti nelle nuove previsioni del fisico e divulgatore
Michio Kaku.
Che ci aspetta nel futuro? Ci potremmo sbizzarrire, visto che gli
scrittori di fantascienza hanno sviscerato praticamente qualsiasi
aspetto futuribile e futurista per quasi ogni minuto dei prossimi
milioni di anni. Quando poi a fare futurologia, soprattutto per quanto
riguarda i progressi della scienza e della tecnica, sono appunto gli
scienziati, vale sempre la pena di prestare un occhio e un orecchio a
quanto dicono. Anche solo per i possibili spunti di fantasia che le loro
ipotesi possono fornire. Lo scienziato che al momento si lancia in
ipotesi è Michio Kaku, fisico teorico americano di origini giapponesi, uno dei massimi esperti mondiali nella teoria delle stringhe, sostenitore del motore
ad antimateria di "trekkiana" memoria per le esplorazioni spaziali,
nonché ottimo divulgatore nella scia di altri scienziati famosi al
grande pubblico come lo scomparso Carl Sagan.
Ha curato parecchi documentari di successo per CNN, Discovery Channel,
National Geographic, ha pubblicato svariati libri di divulgazione
(alcuni editi anche in Italia), e sta lanciando in questi giorni il suo
nuovo volume, appena uscito negli USA, Physics of the Future, dal sottotitolo eloquente: How Science Will Shape Human Destiny and Our Daily Lives by the Year 2100.
Lo stesso autore ha presentato il suo libro in un articolo pubblicato sul sito della CNN, in cui descrive i punti principali del suo lavoro. Si tratta sostanzialmente di svariate decine di previsioni sugli sviluppi della scienza e della tecnologia nel ventunesimo secolo, partendo dalle interviste realizzate a oltre trecento fra scienziati e ricercatori di punta nei più svariati settori della ricerca. Ecco alcune fra quelle che Kaku considera le prospettive più interessanti e alla portata:
Energia dalla fusione
Poiché il petrolio a buon mercato finirà con l'esaurirsi e l'uso di combustibili fossili aumenterà il riscaldamento globale, si rendono disperatamente necessarie nuove forme di energia. Nell'arco di un decennio le tecnologie solari, eoliche e rinnovabili scenderanno di prezzo e diventeranno competitive rispetto all'uso di petrolio e carbone, il cui costo aumenterà. Ma dal 2019 un ruolo importante lo giocherà l'energia derivante dalla fusione nucleare: ovvero da quando entrerà stabilmente in funzione il Reattore Nucleare Sperimentale Internazionale ITER, localizzato nel sud della Francia. Costato più di dieci miliardi di dollari, è un impianto progettato per produrre più energia di quella che consuma (a tutt'oggi vero punto critico dei reattori a fusione, N.d.A.). Anziché bruciare uranio, che crea una gran quantità di scorie nucleari e presenta un grosso rischio di meltdown, il reattore a fusione brucia l'idrogeno prelevato dall'acqua di mare, generando energia con lo stesso procedimento che usano le stelle. Entro un ulteriore decennio, prevede Kaku, i reattori a fusione cominceranno a diffondersi, risolvendo in un colpo i problemi di riscaldamento globale e crisi energetica.
Ascensore spaziale
Il sogno hollywoodiano (e non solo) della colonizzazione spaziale viene bruscamento bloccato da un'unica parolina: COSTO. Quello di diecimila dollari per mandare in orbita intorno alla Terra una libbra (circa mezzo chilogrammo) di qualcosa. Una spedizione sulla Luna costa 100.000 dollari per libbra, per viaggiare su Marte se ne va circa un milione di dollari, sempre per la solita libbra. Ma nel tardo ventunesimo secolo un grosso cambiamento potrebbe giungere dalla tecnologia dell'ascensore spaziale, in cui basta premere il pulsante "su" e l'ascensore ti porta senza fatica nello spazio esterno, come nella favola di Jack e il Fagiolo Magico. La forza centrifuga permetterebbe all'ascensore di non precipitare al suolo, lo stesso effetto prodotto su una palla fatta ruotare in cima a una corda. Qui entrano in campo le nanotecnologie sotto forma di grafene, attualmente il materiale più resistente che si riesce a produrre. Composto da un solo strato di atomi di carbonio, si è rivelato talmente resistente da poter bilanciare il peso di un elefante su un singolo strato; più che sufficiente quindi a reggere anche un ascensore spaziale senza andare in frantumi. Allo stato attuale si riesce a produrre solo fogli di pochi millimetri di questo materiale, ma gli sviluppi futuri permetterebbero di produrre chilometri di questa sostanza, e spalancare quindi le porte della colonizzazione spaziale.
Fermare l'invecchiamento
Per millenni re e regine hanno cercato la Fontana dell'Eterna Giovinezza. Nessuno l'ha trovata; ci sono però a disposizione le biotecnologie, con le quali potremmo fermare e, perché no, anche invertire il processo di invecchiamento. Finalmente la ricerca ha capito cos'è l'invecchiamento: un accumulo di errori a livello molecolare, genetico e cellulare. Basterebbe quindi costruire un meccanismo di correzione degli errori per arrestare tale processo. Attualmente è già possibile raddoppiare la vita di molti organismi, da quelli semplici come le cellule del lievito, a insetti come ragni, per passare topi, conigli, cani, gatti, mentre si sta cominciando con i primati. Si tratta di una combinazione di diverse terapie (terapie geniche, restrizioni caloriche, telomerasi, sirtuine) che può bloccare il processo d'invecchiamento. Sono già stati isolati sessanta tipi di geni sui quali sembra concentrarsi il processo. In futuro, quando tutti noi avremo il nostro genoma caricato su un CD, i computer ci permetteranno di scansionare il genoma di milioni di giovani, poi quello di milioni di anziani, e infine compiere una banale operazione di sottrazione, andando così a isolare con precisione i geni coinvolti nell'invecchiamento. I nostri nipoti potrebbero avere la possibilità di raggiungere i trent'anni e poi fermarsi a quell'età per parecchi decenni a venire.
Macchine intelligenti
L'intelligenza artificiale si è dimostrata molto più difficile da raggiungere di quanto si pensava negli anni Cinquanta, in cui tutti erano convinti che entro il 2000 avremmo avuto camerieri robot e altro. Allo stato attuale, il più avanzato dei nostri robot ha l'intelligenza di uno scarafaggio, appena in grado di riconoscere alcuni oggetti e muoversi in una stanza. Ma nei prossimi decenni i progressi in vista porteranno inevitabilmente i robot a diventare intelligenti prima come un topo, poi come un gatto o un cane, poi come uno scimpanzé. L'industria robotica potrebbe diventare più grande di quella automobilistica. Nessuno è in grado di predirre quando i robot acquisiranno un'intelligenza di tipo umano, ma potrebbe succedere verso la fine del secolo. I robot allora diventeranno pericolosi? Forse. Kaku suggerisce di inserire un chip di sicurezza per escludere i loro cervelli nel caso di pensieri omicidi (Isaac Asimov docet, N.d.A.). Prima o poi i robot ci supereranno in quanto a intelligenza, e questo potrebbe spingere l'umanità nel "bidone della spazzatura" dell'evoluzione, superata dalle sue stesse creazioni. Alcuni prospettano per gli uomini un destino allo zoo, dietro le sbarre a ballare e raccogliere noccioline. Ma potrebbe verificarsi un'altra possibilità, più remota: la fusione con i robot. Potrebbe sembrare assurdo a prima vista, ma ci sarebbero dei vantaggi a diventare tutt'uno con i robot, come l'immortalità, la perfezione, un corpo superumano.
Il replicatore
Kaku lo definisce "il Santo Graal della nanotecnologia", il dispositivo che permette di creare qualsiasi cosa dal nulla, o quasi. La fantascienza lo descrive come un apparato dove si inseriscono le materie prime e si può chiedere qualunque cosa, la cena, un computer o gioielli. La chiave per costruire il replicatore è il nanorobot, un robot delle dimensioni di una molecola in grado di rompere e riorganizzare i legami molecolari, trasformando spazzatura in roba preziosa letteralmente atomo per atomo. A prima vista sembra impossibile; in realtà la natura ha già costruito un nanorobot. Si chiama ribosoma, e può ripulire, tagliare e riassemblare molecole come se fosse un saldatore. Il ribosoma è quell'apparecchio che permette alla natura di prendere hamburger e patatine fritte e convertirle in un neonato dopo nove mesi. Ci vorrà probabilmente l'intero secolo, o più, prima di riuscire a padroneggiare la tecnica di rimodellare la materia dal nulla. Ma quando sarà possibile, saremo letteralmente in grado di far comparire un coniglio dal cappello, e cambiare il corso della civiltà. Fame e povertà sarebbero bandite per sempre se tutti avessero un replicatore, e per l'umanità si aprirebbe un'età dell'oro.
Come si può vedere da questi pochi cenni, il fisico Kaku compie un giro rapido attraverso un secolo per mostrare le meraviglie che potrebbero essere possibili, da qui a pochi anni o un po' più in là. C'è da dire che fare previsioni è di gran lunga una delle attività più a rischio di figuracce, di cui la storia della divulgazione scientifica è piena. Ma a volte insistere su un'idea impossibile può permettere di renderla possibile. Michio Kaku, dal suo posto di osservatore privilegiato, cavalca il filo sottile che unisce scienza e fantascienza per dare un'idea di cosa sarà il 2100, per noi e per tutta l'umanità.
tratto da http://www.fantascienza.com
Lo stesso autore ha presentato il suo libro in un articolo pubblicato sul sito della CNN, in cui descrive i punti principali del suo lavoro. Si tratta sostanzialmente di svariate decine di previsioni sugli sviluppi della scienza e della tecnologia nel ventunesimo secolo, partendo dalle interviste realizzate a oltre trecento fra scienziati e ricercatori di punta nei più svariati settori della ricerca. Ecco alcune fra quelle che Kaku considera le prospettive più interessanti e alla portata:
Energia dalla fusione
Poiché il petrolio a buon mercato finirà con l'esaurirsi e l'uso di combustibili fossili aumenterà il riscaldamento globale, si rendono disperatamente necessarie nuove forme di energia. Nell'arco di un decennio le tecnologie solari, eoliche e rinnovabili scenderanno di prezzo e diventeranno competitive rispetto all'uso di petrolio e carbone, il cui costo aumenterà. Ma dal 2019 un ruolo importante lo giocherà l'energia derivante dalla fusione nucleare: ovvero da quando entrerà stabilmente in funzione il Reattore Nucleare Sperimentale Internazionale ITER, localizzato nel sud della Francia. Costato più di dieci miliardi di dollari, è un impianto progettato per produrre più energia di quella che consuma (a tutt'oggi vero punto critico dei reattori a fusione, N.d.A.). Anziché bruciare uranio, che crea una gran quantità di scorie nucleari e presenta un grosso rischio di meltdown, il reattore a fusione brucia l'idrogeno prelevato dall'acqua di mare, generando energia con lo stesso procedimento che usano le stelle. Entro un ulteriore decennio, prevede Kaku, i reattori a fusione cominceranno a diffondersi, risolvendo in un colpo i problemi di riscaldamento globale e crisi energetica.
Ascensore spaziale
Il sogno hollywoodiano (e non solo) della colonizzazione spaziale viene bruscamento bloccato da un'unica parolina: COSTO. Quello di diecimila dollari per mandare in orbita intorno alla Terra una libbra (circa mezzo chilogrammo) di qualcosa. Una spedizione sulla Luna costa 100.000 dollari per libbra, per viaggiare su Marte se ne va circa un milione di dollari, sempre per la solita libbra. Ma nel tardo ventunesimo secolo un grosso cambiamento potrebbe giungere dalla tecnologia dell'ascensore spaziale, in cui basta premere il pulsante "su" e l'ascensore ti porta senza fatica nello spazio esterno, come nella favola di Jack e il Fagiolo Magico. La forza centrifuga permetterebbe all'ascensore di non precipitare al suolo, lo stesso effetto prodotto su una palla fatta ruotare in cima a una corda. Qui entrano in campo le nanotecnologie sotto forma di grafene, attualmente il materiale più resistente che si riesce a produrre. Composto da un solo strato di atomi di carbonio, si è rivelato talmente resistente da poter bilanciare il peso di un elefante su un singolo strato; più che sufficiente quindi a reggere anche un ascensore spaziale senza andare in frantumi. Allo stato attuale si riesce a produrre solo fogli di pochi millimetri di questo materiale, ma gli sviluppi futuri permetterebbero di produrre chilometri di questa sostanza, e spalancare quindi le porte della colonizzazione spaziale.
Fermare l'invecchiamento
Per millenni re e regine hanno cercato la Fontana dell'Eterna Giovinezza. Nessuno l'ha trovata; ci sono però a disposizione le biotecnologie, con le quali potremmo fermare e, perché no, anche invertire il processo di invecchiamento. Finalmente la ricerca ha capito cos'è l'invecchiamento: un accumulo di errori a livello molecolare, genetico e cellulare. Basterebbe quindi costruire un meccanismo di correzione degli errori per arrestare tale processo. Attualmente è già possibile raddoppiare la vita di molti organismi, da quelli semplici come le cellule del lievito, a insetti come ragni, per passare topi, conigli, cani, gatti, mentre si sta cominciando con i primati. Si tratta di una combinazione di diverse terapie (terapie geniche, restrizioni caloriche, telomerasi, sirtuine) che può bloccare il processo d'invecchiamento. Sono già stati isolati sessanta tipi di geni sui quali sembra concentrarsi il processo. In futuro, quando tutti noi avremo il nostro genoma caricato su un CD, i computer ci permetteranno di scansionare il genoma di milioni di giovani, poi quello di milioni di anziani, e infine compiere una banale operazione di sottrazione, andando così a isolare con precisione i geni coinvolti nell'invecchiamento. I nostri nipoti potrebbero avere la possibilità di raggiungere i trent'anni e poi fermarsi a quell'età per parecchi decenni a venire.
Macchine intelligenti
L'intelligenza artificiale si è dimostrata molto più difficile da raggiungere di quanto si pensava negli anni Cinquanta, in cui tutti erano convinti che entro il 2000 avremmo avuto camerieri robot e altro. Allo stato attuale, il più avanzato dei nostri robot ha l'intelligenza di uno scarafaggio, appena in grado di riconoscere alcuni oggetti e muoversi in una stanza. Ma nei prossimi decenni i progressi in vista porteranno inevitabilmente i robot a diventare intelligenti prima come un topo, poi come un gatto o un cane, poi come uno scimpanzé. L'industria robotica potrebbe diventare più grande di quella automobilistica. Nessuno è in grado di predirre quando i robot acquisiranno un'intelligenza di tipo umano, ma potrebbe succedere verso la fine del secolo. I robot allora diventeranno pericolosi? Forse. Kaku suggerisce di inserire un chip di sicurezza per escludere i loro cervelli nel caso di pensieri omicidi (Isaac Asimov docet, N.d.A.). Prima o poi i robot ci supereranno in quanto a intelligenza, e questo potrebbe spingere l'umanità nel "bidone della spazzatura" dell'evoluzione, superata dalle sue stesse creazioni. Alcuni prospettano per gli uomini un destino allo zoo, dietro le sbarre a ballare e raccogliere noccioline. Ma potrebbe verificarsi un'altra possibilità, più remota: la fusione con i robot. Potrebbe sembrare assurdo a prima vista, ma ci sarebbero dei vantaggi a diventare tutt'uno con i robot, come l'immortalità, la perfezione, un corpo superumano.
Il replicatore
Kaku lo definisce "il Santo Graal della nanotecnologia", il dispositivo che permette di creare qualsiasi cosa dal nulla, o quasi. La fantascienza lo descrive come un apparato dove si inseriscono le materie prime e si può chiedere qualunque cosa, la cena, un computer o gioielli. La chiave per costruire il replicatore è il nanorobot, un robot delle dimensioni di una molecola in grado di rompere e riorganizzare i legami molecolari, trasformando spazzatura in roba preziosa letteralmente atomo per atomo. A prima vista sembra impossibile; in realtà la natura ha già costruito un nanorobot. Si chiama ribosoma, e può ripulire, tagliare e riassemblare molecole come se fosse un saldatore. Il ribosoma è quell'apparecchio che permette alla natura di prendere hamburger e patatine fritte e convertirle in un neonato dopo nove mesi. Ci vorrà probabilmente l'intero secolo, o più, prima di riuscire a padroneggiare la tecnica di rimodellare la materia dal nulla. Ma quando sarà possibile, saremo letteralmente in grado di far comparire un coniglio dal cappello, e cambiare il corso della civiltà. Fame e povertà sarebbero bandite per sempre se tutti avessero un replicatore, e per l'umanità si aprirebbe un'età dell'oro.
Come si può vedere da questi pochi cenni, il fisico Kaku compie un giro rapido attraverso un secolo per mostrare le meraviglie che potrebbero essere possibili, da qui a pochi anni o un po' più in là. C'è da dire che fare previsioni è di gran lunga una delle attività più a rischio di figuracce, di cui la storia della divulgazione scientifica è piena. Ma a volte insistere su un'idea impossibile può permettere di renderla possibile. Michio Kaku, dal suo posto di osservatore privilegiato, cavalca il filo sottile che unisce scienza e fantascienza per dare un'idea di cosa sarà il 2100, per noi e per tutta l'umanità.
tratto da http://www.fantascienza.com
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