giovedì 16 aprile 2009

La radice del fantastico

di Plato
In senso lato si può iniziare a parlare di letteratura fantastica o di fantasia sin dall'alba dell'uomo, in cui si recitavano versi propiziatori di carattere sacro o epico. I primi drammi, i cui personaggi erano maschere di divinità che si affrontavano tra loro sarebbero nati in questo modo.


Oggi si parla di fantastico solo con la fiaba e la favola: in origine erano racconti per lo più dell'orrore fruibili quasi esclusivamente dagli adulti, per il fatto stesso che, a differenza dei bambini, la loro fantasia doveva essere stuzzicata. Col tempo questi sono diventati generi per l'infanzia, ma i primi racconti e leggende su mostri, orrori indicibili, fantasmi e quant'altro sono ancora oggi considerati classici del genere fantastico.

Il fantastico è capace di evocare nel lettore scene irreali rendendole credibili dal punto di vista mimetico, anche se il narratore esprime incertezze su quello che vede o sente, l'effetto di angoscia, timore è creato dal voluto stato di sospensione tra reale e soprannaturale, realtà e sogno mai irrisolto. Al contrario, nella favola o nel mito l'orco e il drago non spaventano più di tanto anche perché il contesto in cui appare non è plausibile almeno per il lettore adulto: castelli sulle nuvole, pianeti o continenti immaginari popolati da nani, streghe e giganti, rivelano apertamente la natura deliberatamente fittizia della storia, dove i personaggi stessi non sembrano fatti di carne e ossa. Todorov classifica le favole nel meraviglioso, quello che solitamente chiamiamo il fantasy.

Nel fantastico l'effetto consiste invece nella sorpresa: è l'irruzione nel mondo reale di qualcosa che non vi appartiene, e l'effetto è perturbante. L'intervento del soprannaturale è credibile, ma sempre dato come possibile o probabile perché il narratore adduce prima o poi dei piccoli indizi.

I fumetti, assieme al cinema alla letteratura oggi, ispirandosi l’uno con l’altro rendono questo immenso e caleidoscopico mondo mentale pieno di rinnovati confini, estendendo la già folta schiera di opere antiche e moderne che nella denominazione del solo apparentemente banale genere “fantastico” in cui trovano dimora e che invece nasconde le paure ed i sogni umani fin dall’alba dei tempi.

Questa è solo una porta, una delle migliaia di porte che dal nostro mondo che vanno verso questo “fantastico” ma reale piano d'esistenza e che diviene fuga e rifugio da una società che spesso ci delude e che molte volte è più meravigliosa di quello che crediamo, poiché capace di generare sogni meravigliosi e terribili incubi.

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